Reggio Emilia, dal centro del bacino padano, può diventare un modello di città ecologica grazie ad alcune politiche strutturali. Il nuovo Piano urbanistico generale pone un freno al consumo di suolo fuori dal territorio urbanizzato, permettendo di rileggere il rapporto tra città e campagna. Per la prima volta aumentano le aree rurali e il tessuto agricolo può acquistare centralità politica e culturale oltre che economica.
Con il suo sistema integrato di agricoltura, meccatronica, ricerca e educazione, la nostra città può ambire a diventare un centro nazionale per l’agritech, favorendo le relazioni e l’incubazione di nuovi modelli di agricoltura a basso impatto ambientale.
Il sistema di parchi della cintura verde dei torrenti Modolena, Crostolo e Rodano va rafforzato nella valorizzazione paesaggistica e nella sua funzione di corridoio ecologico con opere di riforestazione, depavimentazione e messa in sicurezza della rete idraulica. I beni monumentali che si trovano in quest’area come Villa Levi, la Reggia di Rivalta e il Mauriziano, possono accogliere funzioni di interesse ambientale e culturale.
Per garantire una mobilità intelligente e sostenibile è indispensabile risolvere i principali nodi di traffico nell’attraversamento nord-sud ed est-ovest della città, rafforzare la rete ciclabile e rilanciare il trasporto pubblico locale. Va anche ripensata radicalmente la circolazione dei viali di circonvallazione, che oggi insieme alla ferrovia sul lato nord est, creano una cesura tra il centro e il resto della città storica.