Reggio guarda avanti

Il futuro è di tutte e di tutti, costruiamolo insieme

A Reggio Emilia la vita delle persone è condizionata dalle tre grandi transizioni del tempo presente: quella socio-demografica, quella ecologica e quella digitale. Trasformazioni che possono rompere definitivamente il nostro patto sociale, se non sapremo gestirle e orientarle in un’ottica di centralità del bene comune e di redistribuzione delle ricchezze.

Il nostro macrosistema economico finora si è dimostrato resiliente, ma il tessuto sociale reggiano esce profondamente sfibrato dall’ultimo quindicennio. Un’ampia fascia di persone esprime un nuovo bisogno di protezione sociale: lavoratori dipendenti a basso reddito, atipici o precari, piccole partite Iva, commercianti, artigiani naturalmente più esposti alle intemperie dell’economia e che oggi più di altri pagano le conseguenze di un’inflazione non accompagnata dall’aumento degli stipendi.

Affrontando le grandi transizioni in un’ottica di giustizia sociale e climatica, per Reggio Emilia può aprirsi una nuova fase, che richiede un nuovo orizzonte di senso. Per reagire alla disgregazione sociale, contrastare le diseguaglianze e dare risposte alle necessità e alle aspirazioni, servono politiche pubbliche aperte al coinvolgimento e alla partecipazione delle persone, volte a stimolare le intelligenze collettive e a creare comunità capaci di immaginare e attrarre futuro.

La tradizione mutualistica e di volontariato della nostra terra può trovare nuova linfa in un’alleanza tra istituzioni pubbliche, organizzazioni private, istituti di ricerca, agenzie locali e cittadini che possa favorire – con un ruolo centrale del terzo settore – lo sviluppo di forme di innovazione sociale, cultura diffusa ed economie alternative fondate su reciprocità, solidarietà, collaborazione e creatività.

La ricetta è nuova ma ha un sapore antico: un’amministrazione riformista in grado di agire in senso anticiclico, di investire in campi cruciali come sanità, educazione e cultura per garantire a tutte e tutti servizi universalistici di alta qualità, e un sistema economico privato che, in coerenza con i principi costituzionali, sia “libero” e in armonia con l’utilità sociale, la salute, l’ambiente, la sicurezza e la dignità umana. Una cultura di governo coraggiosa e visionaria, che promuova a tutti i livelli pari opportunità, inclusione ed equità intergenerazionale.